Quando ero un fanciullo mi insegnarono
che il mondo è una giostra.
Io dissi: " Voglio crescere più in fretta.
Voglio giocare anch'io! "

Ma, quando cominciò il divertimento,
gridai: " Fermate il mondo. Voglio scendere.
Non vedete che soffro di vertigini,
che ogni istante si rischia di cadere? "




lunedì 29 marzo 2010

FRATELLO DI COLORE

E oggi, fratello nero,  dove andrai
senza una pietra ove posar la testa,
senza un pezzo di terra sconsacrata
sul quale parcheggiare la tua ombra?

Fossi un virgulto!.. Avresti una radice,
il cielo ti darebbe acqua di nube,
non dovresti esibire il passaporto
o sognare un permesso di soggiorno.

E invece tu sei soltanto un uomo
che viene dal paese della guerra,
e non per riciclare soldi sporchi,
ma per dormire sopra i marciapiedi,

sotto le stelle, in mezzo alla mia gente.

sabato 27 marzo 2010

UOMINI

Uomini che viaggiano
con le loro radici
per un palmo di terra,
poeti che si illudono di scrivere
con il dito inossidabile di Dio
poesie senza tempo,
viandanti del silenzio,
saltibanchi smarriti nello specchio
di una tragica fiaba,
fanciulli che vendettero
al mercato dei folli i loro cuori
per diventare uomini.

OCCHI SENZA SGUARDO


Cammino tra la folla indifferente,
come un fantasma che nessuno vede,
in un paese di occhi senza sguardo,
dove perfino i sassi della strada
rifiutano l'impronta dei miei passi.
Guardo il cielo e sospiro: " Fino a quando?
Che ne sarà di queste quattro ossa?
Ho sete e devo bere le mie lacrime.
Ho fame e mordo la mia stessa ombra.
Ma c'è terra abbastanza per i morti? "

giovedì 25 marzo 2010

UN ATTIMO


Un attimo fragrante.
Il tempo di restare in equilibrio
sopra un raggio di sole,
di guardare negli occhi l'uragano...
E poi, volare via
sopra le ali della Grande Aquila,
per sfuggire al gendarme della notte
che getta sopra il mare dei ricordi
una rete di stelle.

QUANDO

Quando si spezzeranno gli artigli delle aquile?
Quando il leone ascolterà la voce
della formica in mezzo alla foresta?
Quando le belve mangeranno l'erba
della savana?
Ma quando, o sole, scioglierai la brina
dalle nostre pupille
e potremo lavare i notri occhi
con dolci calde lacrime d'amore?
Quando accadrà che un uomo possa credere
che un passero dal pulpito
possa insegnare il vangelo,
perfino alla zizzannia,
in un campo di grano,
e convertire i sassi della strada?
Quando il fanciullo bacerà la vipera,
la bocca della vipera
che t'ha avvelenato?
E quando questa notte finirà?
Quando, o sole?

I PANNI SPORCHI

Noi moriamo ogni notte,
impariamo a morire ogni notte.
Ogni notte gettiamo i panni sporchi
del giorno nella cesta della morte,
per riprenderli, freschi di bucato,
l'alba del giorno dopo.
E' uno strano gioco a rimpiattino,
troppo a lungo insistito,
ma che vorremmo non avesse fine,
anche se ogni giorno che va via,
una parte di noi
rimane sul cuscino.

DONNE

Ho conosciuto donne senza volto,
donne che cavalcavano le onde
di un mare in tempesta.
Avevano negli occhi la paura
e le rovine di una sporca guerra,
nere come il colore della notte,
calde come la sabbia del deserto
sotto il sole cocente.
Donne che impugnavano il dolore,
la dignità contro lo sfruttamento.
Dolci mammine in fiore,
creature che portavano nel grembo
e sulle spalle il frutto dell'amore.
Raccoglievano il cielo sulla testa
e accendevano stelle sotto i ponti.