Quando ero un fanciullo mi insegnarono
che il mondo è una giostra.
Io dissi: " Voglio crescere più in fretta.
Voglio giocare anch'io! "

Ma, quando cominciò il divertimento,
gridai: " Fermate il mondo. Voglio scendere.
Non vedete che soffro di vertigini,
che ogni istante si rischia di cadere? "




sabato 26 giugno 2010

DUE CAVALLI

Due cavalli, uno nero e l'altro bianco,
si davano battaglia questa notte,
in un confronto senza
esclusione di colpi,
e le stelle, scintille degli zoccoli,
fumavano nel cielo della stanza.
E mentre il primo si tirava dietro
gli angeli e tutti i cieli delle tenebre,
il secondo la gloria del mattino,
il verso delle allodole tra i gigli.

Io guardai nel mio sogno:
pioveva fuoco e sangue sulla pista.
Correvano i cavalli, galoppavano,
e il traguardo fuggiva
sempre davanti a loro.

E il loro galoppo giorno e notte
risuona nel mio cuore.

DI SOGLIA IN SOGLIA

Come un cane senza orma e senza olfatto,
hai portato il tuo grido di affamato
al Palazzo di giada.
Hai scucito le stelle
dall'abito fluttuante della notte,
a una a una le hai gettate in mare,
negli abissi del mare,
coperto il riflettore della luna
col drappo di una nuvola.

E adesso ululi per le vie deserte,
ti soffermi qua e là, e poi riprendi,
di soglia in soglia, il tuo vagare inquieto.

sabato 19 giugno 2010

IL MIO AUGURIO

Ti auguro di vivere,
in un futuro senza più frontiere
senza divise e senza più bandiere,
senza galere e senza carcerieri,
senza udire singhiozzi di catene,
dove il pane dei poveri
e dei profughi
non è mai impastato
con gli sputi e la rabbia
di chi guarda al colore della pelle.
Ti auguro di vivere,
senza considerare tuo fratello
un buon investimento,
un conto in banca o merce da scambiare,
senza essere schiavo del denaro,
senza farti comprare.
Ti auguro di vivere
senza che nessuno
maledica il tuo giorno,
e senza giudicare e  condannare,
nemmeno a fior di labbra.
Ti auguro di vivere in un mondo
che al mattino ti augura il buon giorno,
e la benedizione del Signore.